L’Ikigai è molto più di un
semplice scopo di vita: è l’essenza stessa di ciò che siamo, il filo invisibile
che ci lega al nostro vero destino. È una forza interiore, un daimon che
ci guida fin dal principio, ben prima che prendessimo forma nel grembo materno.
È il richiamo dell’anima, il motivo profondo per cui ogni mattina
troviamo la forza di alzarci dal letto con entusiasmo.
La parola giapponese
"Ikigai" nasce dall’unione di iki (vita) e gai (ciò che
vale la pena). Non è solo una semplice felicità passeggera, ma una
realizzazione profonda, simile al concetto greco di eudaimonia:
l’armoniosa espressione del proprio essere nel mondo. Socrate parlava di una missione
personale, un cammino unico e irripetibile che ciascuno di noi è chiamato a
percorrere.
Viviamo spesso immersi in una
realtà consequenziale, dove tutto sembra accadere in una sequenza
lineare di causa ed effetto. Ma l’Ikigai ci invita a vedere il mondo in modo olografico:
gli eventi non si susseguono semplicemente, ma si intrecciano, si specchiano
l’uno nell’altro. Ogni piccolo accadimento porta in sé il riflesso di qualcosa
di più grande, e prestare attenzione ai dettagli della nostra esistenza
significa decifrare il codice della nostra anima.
Scoprire il proprio Ikigai non è
un viaggio verso l’esterno, ma un ritorno a sé stessi, un risveglio di
ciò che abbiamo sempre saputo, ma che abbiamo dimenticato nel momento in cui
siamo entrati nel mondo fisico. È come un angelo custode interiore che,
silenziosamente, ci sussurra la nostra verità.
Quando ascoltiamo quel sussurro,
quando seguiamo quella chiamata, la vita smette di essere un susseguirsi di
doveri e diventa un’esperienza di pienezza. Ciò che amiamo, ciò in cui
siamo bravi, ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò che può sostenerci
economicamente smettono di essere quattro aspetti separati e si fondono in un
unico, meraviglioso cerchio di senso.
L’Ikigai è già dentro di te.
Devi solo ricordarlo. E se lo facessimo insieme?

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